Il 4 novembre ’17 il Centro Astalli (sede nazionale di Roma) ha espresso profondo cordoglio per le oltre 30 vittime accertate il 3 novembre nel Meditteraneo, nel tentativo di giungere in Europa. In un momento in cui le partenze di migranti dalla Libia non sembrano più riscontrare interesse nelle agende mediatiche e politiche italiane, è sempre più necessario ribadire che è inaccettabile rimanere indifferenti davanti alla morte di persone in mare.
Nella suddetta nota Il Centro Astalli ha chiesto a istituzioni nazionali e sovranazionali che:
- vengano attivate vie legali accessibili a chi scappa da guerre e persecuzioni che permettano di salvare vite e al contempo di spezzare il monopolio del traffico di esseri umani dalla Libia.
- le operazioni di soccorso e salvataggio in mare restino una priorità fino a quando non saranno previste alternative sicure che pongano fine alle morti in mare.
- venga anteposto sempre il rispetto dei diritti umani e la salvaguardia e la dignità dei migranti nei rapporti con la Libia e con i principali paesi di origine e di transito.
P. Camillo Ripamonti, presidente Centro Astalli: “L’Europa metta in atto politiche che inequivocabilmente dimostrino che lasciare morire le persone in mare è un abominio inaccettabile e non, come sembrerebbe oggi, un mero effetto collaterale in nome di una presunta sicurezza europea. Ogni morto in mare è un’offesa alla nostra umanità ma è al contempo un duro colpo al nostro futuro di pace. Illudersi di poterlo ignorare è irresponsabile e pericoloso”.